The project has been developed around three themes: the monumental dam, symbol of an heritage, related to our cultural identity’s roots and fruits; the water, with its great hesoteric value, source of life, matrix, which, as amniotic liquid and primordial soup, preserves and iniciates life and the cosmos.
In literature as well as in the philosophical thought, nature and past are both viewed as sources of inspiration, fundamental environment for individual and social life on this planet. The dam itself will place the people in a space-and-time context because it is nothing but a human artifact, therefore born of human will.
Our idea wants to show how to relate and play with the clues of the past. We will show the image of a collective identity, because not every single detail can come with proofs and documents, quite the opposite. In a community, emotions are greatly important.
In this sense, our audio-visual work will have two phases: diurnal and nocturnal.
During the day you will see a monumental wall all covered with flowers, leaves, lianas and blooming, overgrowing plants, all of them white. The dam/barrier, over time, becomes part of the surrounding environment, a creator of a brand new balance as the nature, lively and overwhelming, takes over again.
This space will be filled with sound.
In the night time a video will be shown, first behind the waterline, then spreading around widely. It’s the image of a breathing womb, as if the dam was suddenly alive, and somehow “flexible”.
The wall itself will become a big womb, inbreathing, outbreathing, like an old cosmogony where the primordial water is a true vital principle, a regenerative item.
The water element, a sort of amniotic liquid, is a symbol of the feminine. The frames change the womb into stellar powder, moonlight, vapors, because every little or big thing in the universe follows the cosmic laws, their rythm.
That’s how the dam becomes a shrine, the ceiling an open sky, the walls made of water.
Water is like the soul of the living: it has no quiet, no beginning, no end, it is at once the border and the infinite space.
Installation: resin, silicon rubber, wax, wool.
Video and sound: HD 1280×720, 42:43
Sound by Andrea Piantoni / 20D.O.F.
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Il concept del progetto è sviluppato attorno a tre tematiche: la monumentale diga come patrimonio che riguarda le radici e i frutti di un’identità culturale, e l’acqua, che ha grande valenza esoterica, è sorgente di vita, matrice che sotto forma di liquido amniotico primordiale preserva e dà inizio alla vita e il cosmo.
In letteratura e nel pensiero filosofico, ma anche in quello comune, si ritrova un ricorrente riferimento alla natura che ci circonda e alle testimonianze del passato quali fonti di ispirazione, scenari necessari e fondamentali per la costruzione della vita individuale e della collettività. La diga, in questo senso, aiuta gli individui e i gruppi a collocarsi nel tempo e nello spazio perché è una creazione umana, una costruzione risultato di precise scelte, volontà, decisioni sociali, che in seguito ad una tragedia, ha innescato un processo dinamico e relazionale.
La nostra proposta si prefigge di rappresentare il modo per relazionarsi/ “giocare” con le tracce del passato, in una costruzione dell’immagine identitaria collettiva dove non tutto è riconducibile alla razionalità o a prove documentarie, ma nella quale la componente emotiva diventa molto importante.
Per questo motivo proponiamo un’installazione audio-sonora che avrà due letture: una diurna e una notturna.
Durante il giorno si potrà vedere la parete monumentale interamente ricoperta di infiorescenze, liane, ed altri elementi che simulino una vegetazione rigogliosa, completamente bianca. La diga/sbarramento, che col passare del tempo è diventata parte integrante del contesto morfologico, assume il valore di elemento creatore di un nuovo equilibrio in cui una natura forte, potente, invasiva, si è riappropriata del proprio spazio.
In questo spazio si diffonderà il suono.
Di notte invece, sarà proiettato un video, inizialmente sotto la linea che marcava la quota dell’acqua, per poi diffondersi più ampiamente: immagini di un ventre femminile che respira, facendo diventare “viva” la diga, ma anche “elastica”.
La parete diventa un grande ventre, che inspira ed espira, in relazione alle antiche cosmogonie in cui l’acqua, componente primordiale, è principio vitale, mezzo di rigenerazione.
Questo secondo elemento, l’acqua/liquido amniotico, rappresenta il femminile per eccellenza, in quanto è estremamente adattabile e ricettiva. I frames che si susseguono trasformano il ventre in materia celeste, lunare, nei vapori acquei, perché ogni cosa nell’Universo, a livello macroscopico e microscopico, è disposta secondo un preciso equilibrio, regolato dalle leggi cosmiche.
Così la diga diventa un Tempio che ha per volta il manto celeste, depositario di spiritualità e depositario dell’Acqua.
L’Acqua assomiglia all’Anima dell’essere vivente: è irrequieta e non ha posa, non ha principio, non ha fine, è confine ed infinito.
Installazione: resina, silicone, cera, lana.
Video e musica: HD 1280×720, 42:43
Musica di Andrea Piantoni / 20 D.O.F.