The intervention that we propose for the Vajont dam has its two main aspects in stark contrast with one another, such as this dam and the narrow alpine valley that hosts it.
With Materia Riflessiva a wedge of material is removed from the east wall of the dam through two cutting lines, creating a vacuum, a defection. We believe that the act of removing is the first fundamental aspect of the work, because we can not imagine in any other way the evidence of that line than with a lack, the same one that the inhabitants of the valley have suffered at the beginning of the sixties. Instead the sheet steel coated mirror applied inside the cut gives it a value contemplative, steel replaces the vacuum and fills the cut with the reflected light from the sky and from the Vajont Valley.
The dam opens itself to a new dialogue with the Valley showing the track carved into the memory that becomes a symbol of the new course. We think to that line of light as a new horizon able to feed the collective consciousness of all local communities and beyond.
–
L’intervento che ci proponiamo di realizzare per la diga del Vajont ha i propri due aspetti principali in netto contrasto tra di loro, nella stessa maniera in cui lo sono questa diga e la stretta valle Alpina che la ospita.
Con Materia Riflessiva un cuneo di materiale viene asportato dalla parete Est della diga attraverso due linee di taglio creando un vuoto, una defezione. Riteniamo che l’atto del sottrarre sia il primo aspetto fondamentale del lavoro, perché non potremo immaginare in altro modo l’evidenza di quella linea se non con una mancanza, quella stessa che hanno subito gli abitanti della valle all’inizio degli anni sessanta. Al contrario l’uso dell’acciaio lucidato a specchio all’interno conferisce al taglio un valore contemplativo, sostituisce il vuoto creato e lo riempie di luce, quella riflessa dal cielo e dalla Valle del Vajont.
La diga si apre a rinnovare il dialogo con la Valle mostrando la traccia scavata nella memoria che diviene simbolo del nuovo corso. Pensiamo di poter immaginare quella linea di luce come un orizzonte nuovo capace di alimentare la coscienza collettiva di tutte le comunità locali e non solo.